Classi di Protezione Mascherine FFP2/3

Classi di Protezione Mascherine FFP2/3

Cosa sono le Mascherine?
Le Mascherine o Facciali filtranti sono Dispositivi di Protezione Individuale – DPI – capaci di ridurre l’esposizione dell’indossatore a sostanze estranee come polveri, polveri
sottili, batteri e virus.
In questo momento storico, con la pandemia in atto da Sars-Covid-19 – Coronavirus – i DPI svolgono un ruolo fondamentale per ridurre l’esposizione al virus non solo in
ambiente sanitario ma anche in abitazioni e luoghi pubblici.
L’uso delle mascherine deve essere sempre combinato con altre azioni di prevenzione/igiene personale e respiratoria. Va infatti sempre ricordato che nessuna misura da sola
può fornire una protezione completa nei confronti delle infezioni ma soltanto una serie combinata di azioni può ridurre il rischio di infezione. Nello specifico:
Lavare frequentemente le mani con acqua e sapone, o in assenza di questi, con soluzioni detergenti a base di alcol
Coprire naso e bocca con un fazzoletto quando si tossisce o starnutisce
Evitare di toccare occhi, naso e bocca con mani non lavate
Rimanere a casa, astenendosi dall’uscire
Lo sai perchè sono così importanti le mascherine protettive? Scopri sul nostro blog Perchè le mascherine sono importanti per combattere il Covid-19

Quali mascherine esistono e quando vanno utilizzate?
Le Mascherine possono dividersi un due grandi gruppi: Mascherine Chirurgiche e Mascherine o Facciali filtranti. Analizziamole assieme:

Mascherine Chirurgiche, KN95, FFP2 o FFP3: differenze e come utilizzarle: facciamo chiarezza.

Mascherine Chirurgiche
Le Mascherine Chirurgiche sono dispositivi medici monouso costituiti da una sovrapposizione di strati, solitamente tre, in tessuto non tessuto, uniti mediante un processo di
fusione a caldo; sono dotate di laccetti o elastici che ne permettono l’aderenza, seppur incompleta, al volto.
Le Mascherine Chirurgiche forniscono una protezione nei confronti della diffusione di virus e batteri bloccando le goccioline di secrezioni respiratorie – droplet – emesse
dalle persone malate che le indossano, evitando che le persone circostanti possano entrarne in contatto. Tuttavia le Mascherine Chirurgiche non proteggono l’indossatore nei
confronti di aerosol fini che potrebbero contenere particelle infettanti di piccolissime dimensioni come i virus. Una volta usate, le mascherine chirurgiche monouso debbono
essere immediatamente smaltite nella spazzatura.
Le Mascherine Chirurgiche devono rispondere alla normativa europea UNI EN 14683:2019 + AC:2019
Per chi sono indicate le Mascherine Chirurgiche?
Le Mascherine Chirurgiche sono indicate per la popolazione comune nell’utilizzo quotidiano in luoghi non affollati e non contaminati. Proteggono chi ci circonda dal contagio,
ma non proteggono l’indossatore dal contagi stesso.
Lo sai che alcune mascherine con performance simili alle mascherine chirurgiche possono essere fatte in casa? Scopri I migliori
materiali per realizzare una mascherina per il viso fatta in casa
Come è fatta una Mascherina Chirurgica?
Le mascherine chirurgiche sono costituite da una sovrapposizione di strati, solitamente tre, di un materiale chiamato poliestere o polipropilene. Vediamoli più da vicino:
Strato Interno: è costituito da Tessuto non tessuto in Polipropilene di tipo Spun Bond. É un strato con capacità adsorbente capace di catturare l’umidità espulsa con la
respirazione e di lasciare asciutto il viso. É ipoallergenico in modo da garantire la massima tollerabilità durante l’applicazione al volto
Strato Intermedio: è costituito sempre da tessuto non tessuto in Polipropilene ma di tipo Melt Blown. questa tecnologia produttiva permette di creare un strato ad
alta densità di filato e fibre con una disposizione delle stesse di tipo irregolare. Questa disposizione tridimensionale delle fibre conferisce allo strato intermedio
l’eccezionale potere filtrante della mascherina nonchè la capacità di bloccare il passaggio di particelle di piccolissime dimensioni
Strato Esterno: costituito sempre da TNT di tipo Spun Bond – come lo strato interno. Solitamente viene coperto con un trattamento idrofobo capace di garantire una
ottima resistenza ai liquidi ed aerosol
Tutte le mascherine oltre ad i 3 strati possiedono
Elastici o Laccetti laterali, che ne peromettono una corretta adesione al volto
Ferretto Modellabile posto sulla parte superiore del naso che permette alla mascherine di aderire correttamente al volto
Dove acquistare Mascherine Chirurgiche?
Acquistare Mascherine Chirurgiche è abbastanza semplice.

Mascherine Chirurgiche, KN95, FFP2 o FFP3: differenze e come utilizzarle: facciamo chiarezza.

Con la ripresa della filiera produttiva è ormai possibile acquistare Mascherine Chirurgiche in quasi tutte le Farmacie e nei centri specializzati come noi.
Il nostro consiglio è sempre lo stesso: acquista mascherine chirurgiche di provenienza certificata e su canali ufficiali. Verifica che le mascherine sono in possesso dalla conformità europea CE o che sono certificate presso l’ISS – Istituto superiore di sanità.
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imposto dal decreto Arcuri pari ad €0,50 a mascherina chirurgica. Le mascherine sono confezionate in confezioni da 50 pezzi.
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Respiratori Facciali o Mascherine Filtranti
Con questo termine si intendono dispositivi di protezione individuale ad azione filtrante per la protezione delle vie respiratorie. Le mascherine filtranti sono progettate per
proteggere l’indossatore da aerosol finissimi – droplets – che possono contenere batteri e virus, in questo modo proteggono in modo efficiente l’utilizzatore dal contagio
dall’esterno. Sono mascherine che aderiscono completamente al volto e sono dotate di lacci ed elastici che le tengono ben salde al viso dell’utilizzatore.
Sono solitamente indicate per il personale sanitario come medici, infermieri e farmacisti, per soggetti a rischio come persone anziane e non in perfetto stato di salute e
quando si frequentano luoghi affollati e potenzialmente contaminati
Le Mascherine Filtranti rispondono alla certificazione EN149 con l’anno di riferimento
Classificazione delle Mascherine Filtranti
Le Mascherine Filtranti in base alle loro performance e capacità di filtro possono essere classificate in
Mascherine Filtranti KN95 FFP2, sono mascherine che hanno la capacità di Filtrare >95% delle particelle con diametro di 2,5 micron (PM2,5)
Mascherine FFFP3 sono mascherine filtranti che hanno la capacità di Filtrare >98% delle particelle con diametro di 2,5 micron (PM2,5)
Mascherine KN95, FFP2, FFP3 con Valvola di espirazione, sono mascherine filtranti con analoghe capacità delle precedenti ma dotate di una Valvola di Espirazione
Cos’è la Valvola di Espirazione e a cosa serve?
Una considerazione a parte va effettuata per le Mascherine dotate di Valvola di Espirazione: queste mascherine possiedono le stesse caratteristiche delle mascherine descritte
in precedenza, in aggiunta sono dotate di una valvola di espirazione che non ha alcun effetto sulla capacità filtrante del dispositivo ma dona un maggiore comfort quando la
mascherina è utilizzata per molto tempo. Permette infatti la fuoriuscita dell’aria calda evitando la formazione di umidità e condensa
La mascherine dotate di Valvola di Espirazione sono consigliate nel caso di operatori sanitari in costante movimento ed attività (Es. operatori di pronto soccorso o ambulanze)

Tuttavia attenzione, la Valvola di Espirazione permettendo la fuoriuscita di aria permette anche il passaggio verso l’esterno di particelle – droplets – che potenzialmente
possono contenere carica batterica e virale. Quindi queste mascherine non sono adatta a proteggere le persone che ci circondano ma proteggono solo l’utilizzatore dal
contagio

Come è fatta una Mascherina Filtrante?
Una mascherina filtrante del tipo FFP1, FFP2 o FFP3 è costituita da una sovrapposizione di strati, presenti in numero variabile da quattro a sei, che forniscono un potere
filtrante fino al 98%
Gli strati che sono sempre presenti in una mascherina filtrante sono:
Strato Esterno: costituito in Tessuto non Tessuto in Polipropilene, permette di isolare esternamente la mascherina da liquidi, nubi e particelle di grandi dimensioni.
Solitamente questo strato riceve un trattamento idrofobo che ne garantisce l’idrorepellenza
Strato Filtrante: costituito da una sovrapposizione da 2 a 4 strati. Generalmente è in materiale TNT in Polipropilene. Sono realizzati con tecnologia Meltblown che forma
un reticolo di fibre ad alta densità ed eccezionale potere filtrante. Uno degli strati può essere anche costituito da Carbone Attivo, che grazie alla sua eccezionale
porosità trattiene la maggior parte delle sostanze organiche
Strato Filtrante Elettrostatico: grazie alla struttura fitta e compatta raccoglie le particelle di polvere più piccole e cariche da un punto di vista elettrostatico
Strato Interno: in tessuto non tessuto è delicato nei confronti della pelle per permettere la migliore indossabilità. Ha azione adsorbente su espirato e saliva in modo da ripristinare i livelle di umidità nella mascherina.

Mascherine Chirurgiche, KN95, FFP2 o FFP3: differenze e come utilizzarle: facciamo chiarezza

Laccetti: di natura elastica, permettono la corretta adesione al volto della Mascherina Filtrante e passano solitamente dietro la nuca
Ferretto nasale: posto esternamente alla mascherina permette di conformare correttamente la forma del naso e garantire una perfetta adesione al volto
Le Mascherine Filtranti quanto tempo durano?
Le Mascherine Filtranti hanno durata di un ciclo di lavoro in presenza di elevato numero di PIMIO e PM2,5. Un ciclo di lavoro è quindi inteso per 8-10 ore in ambiente
contaminato. È evidente che nell’utilizzo quotidiano la mascherina può essere utilizzata anche in giorni successivi, purché non si riscontrino difficoltà o resistenze respiratorie.
Le Mascherine Filtranti sono riutilizzabili?
Nella maggior parte dei casi le mascherine filtranti sono usa e getta. Tuttavia la loro eventuale riutilizzabilità è descritta dall’azienda produttrice: nel nome della mascherina
(es. FFP2 o FFP3} si accompagnano le sigle NR quando la mascherina è Non Riutilizzabile ed R quando la mascherina è riutilizzabile. (es. FFP2 NR, mascherina filtrante FFP2 non
riutilizzabile)
Cosa è il test di Intasamento?
Per alcune mascherine nella loto classificazione è possibile evidenziare il termine D che sta ad indicare se la mascherina è stata sottoposta al test di intasamento:tale test
permette di evidenziare le performance della mascherina in condizioni critiche. Laddove presente la lettera D la mascherina filtrante ha una minore resistenza respiratoria
rispetto ad una mascherina che non ha superato questo test (es. FFP2 NRD, mascherina filtrante FFP2 non riutilizzabile che ha superato il test di intasamento}
Come posso pulire le mascherine filtranti?
Le Mascherine Filtranti vanno utilizzate in base alla loro classificazione. Data la difficoltà nel reperirle in questi periodo per l’utilizzo in giorni successivi si consiglia di riporle in un
luogo asciutto e lontano da contaminanti e disinfettarle con solo Alcool a 70° nebulizzato con un erogatore in Spray sulla loro superficie
Dove acquistare Mascherine Filtranti?
Acquistare Mascherine Filtranti è possibile presso le Farmacie più fornite e i centri specializzati come noi.

Quale mascherina devo utilizzare per proteggermi dal Coronavirus?

Mascherine Chirurgiche
Adatte a: tutte le persone per utilizzo quotidiano in luoghi sicuri da contaminazione
Chi proteggono: proteggono chi ci dal virus ma non proteggono l’indossatore

Mascherine KN95, FFP2 ed FFP3
Adatte a: operatori sanitari, soggetti a rischio, in luoghi contaminati
Chi proteggono: proteggono l’indossatore e chi lo circonda

Mascherine KN95, FFP2 ed FFP3 con Valvola
Adatte a: operatori sanitari a contatto con infetti oin movimento (Es. operatori 118}
Chi proteggono: proteggono l’indossatore ma non chi lo circonda.

La normativa UNI EN 149:2009
Si sente tanto parlare di questa normativa. Ma cosa stanno a significare queste sigle? Sono un acronimo. Vediamo di seguito
UNI è la sigla dell’Ente nazionale italiano di unificazione, si tratta una associazione di tipo privato che hai il compito di redigere e condividere delle norme di tipo tecnico
pertuttii settori sia industriale che commerciale. Quando è presente su un prodotto o un dispositivo significa che lo stesso rispetta delle norme tecniche che sono state
stabilite
EN è la sigla che identifica le norme elaborate da un comitato internazionale chiamato Organismo di Normazione Europea. I paesi membri dell’Unione Europea devono
necessariamente rispettare queste norme in modo da armonizzare ed unificare tutte le norme tecniche in Europa. Un dispositivo o prodotto che possiede la normativa
nazionale UNI deve necessariamente anche rispettare la norma europea EN, Pertanto in Italia l’acronimo UNI EN deve necessariamente essere presente in associazione.
149:2009 è il numero della norma e la data in cui è stata redatta. La presente norma è la versione ufficiale della norma europea EN 149:2001+ l’integrazione A1 (edizione
maggio 2009). La norma specifica i requisiti minimi per le semi-maschere filtranti antipolvere utilizzate come dispositivi di protezione delle vie respiratorie.
Quindi la normativa UNI EN 149:2009 è una norma di tipo tecnico che recepisce la norma internazionale EN 149:2001 + l’integrazione A1 del 2009 che descrive da un punto
di vista tecnico come devono essere realizzati tutti dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Nonchè la classificazione FFP1, FFP2, FFP3 cui gli stessi devono rispondere.
Tutti i dispositivi di protezione delle vie respiratorie prodotti in Italia ed Europa devono rispettare questa norma e riportarla nel loro manuale tecnico o sulla confezione.
Attenzione però, questo non vale per i dispositivi delle vie respiratorie dispensati in deroga in seguito al decreto Curaitalia del 17 marzo 2020.

Infatti in seguito all’emergenza da Coronavirus i dispositivi di protezione delle vie respiratorie sono iniziati a scarseggiare in tutta Europa. Per questo motivo il Presidente del
Consiglio Conte assieme al consiglio dei ministri ha decretato la possibilità di importare questi dispositivi anche se prodotti al di fuori della comunità europea. Ovviamente i
dispositivi di protezione prodotti al di fuori della comunità europea come in Cina o America seguono delle norme tecniche, ugualmente rigide e precise, ma redatte in accordo a
standard differenti e non armonizzate con le norme EN.
Quindi peri dispositivi di protezione delle vie respiratorie importati in deroga ed in accordo al decreto Curaitalia non troviamo sul confezionamento la norma italiana ed
europea di riferimento.
Ovviamente seppur importati in deroga questi dispositivi devono rispettare degli standard produttivi europei. Pertanto sono stati preposti degli organi di verifica comunitari
che hanno il compito di valutare gli standard produttivi dei dispositivi importati e verificane la bontà. Solo in seguito possono essere messi sul mercato europeo.
La normativa UNI EN 14683:2009

La normativa UNI EN 14683 del 2009 è la norma Italiana che recepisce la norma tecnica comunitaria che descrive le caratteristiche delle Mascherine Chirurgiche.
Anche in questo caso valgono le considerazione fatte in precedenza.
Nella norma sono descritte tutte le caratteristiche che deve possedere una mascherina chirurgica; a quali test deve essere sottoposta prima di essere immessa in commercio e
come deve essere costruita.

L’IVA sulle Mascherine
In data 19 Maggio del 2020 con il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n°128 – Definito Decreto Rilancio, viene annullata l’IVA su molteplici
dispositivi volti a prevenire la pandemia Covid 19
Con il decreto Rilancio, il cui titolo recita “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonchè di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica
da Covid-19″, tutte le Mascherine e tutti i DPI vengono venduti in regime di esenzione di IVA. Questo regime sarà valido fino al 31 Dicembre 2020.

Gli aerosol e le particelle di polveri sottili sono fra i rischi per la salute più subdoli nell’ambiente di lavoro, poiché questi sono pressoché invisibili nell’aria respirabile. Le semimaschere filtranti contro particelle offrono protezione da questi pericoli. Queste si suddividono in tre classi di protezione: FFP1, FFP2 e FFP3.

L’importanza della protezione respiratoria

Particelle pericolose possono essere cancerogene o radioattive, altre danneggiano l’apparato respiratorio del corpo nell’arco di decenni e causano lo sviluppo a lungo termine di malattie gravi. Nel migliore dei casi, i lavoratori devono lottare solo contro odori sgradevoli. Le maschere respiratorie, suddivise in tre classi, proteggono da aerosol, fumo e polveri fini acquose e oleose durante il lavoro; la loro funzione protettiva è normata a livello europeo secondo EN 149. Queste sono denominate “semimaschere filtranti contro particelle o maschere per polveri sottili” e vengono suddivise nelle classi di protezione FFP1FFP2 FFP3.

Come funziona una maschera filtrante?

Le maschere filtranti proteggono da polveri, fumi e nebbie di liquidi (aerosol) inalabili, ma non da vapore e gas. Il sistema di classificazione si suddivide in tre classi FFP, dove la sigla FFP sta per “filtering face piece”, ovvero maschera filtrante. Una maschera filtrante copre naso e bocca e si compone di diversi materiali filtranti e della maschera stessa. Queste sono prescritte nei luoghi di lavoro nei quali viene superato il valore limite di esposizione occupazionale (OEL). Questo indica la concentrazione massima ammessa di polveri, fumo e aerosol nell’aria respirabile, che non causa danni alla salute. Quando questo valore viene superato, l’uso di maschere filtranti diventa obbligatorio.

Da cosa ci proteggono le maschere filtranti?

Le classi di protezione FFP1, FFP2 e FFP3 offrono, in funzione della perdita totale e del filtraggio di particelle con dimensioni fino a 0,6 μm, una protezione respiratoria per diverse concentrazioni di sostanze nocive. La perdita totale è dovuta a penetrazione del filtro e difetti di tenuta su viso e naso, che le maschere filtranti uvex evitano al massimo grazie all’orientamento all’anatomia dell’uomo. Grazie all’innovativa tecnologia filtrante, anche la resistenza respiratoria resta bassa e la respirazione non è ostacolata dalle particelle catturate nel filtro, nemmeno in caso di ripetuto utilizzo della maschera filtrante.

FFP1

  • Protezione da polveri atossiche e non fibrogene
  • L’inalazione non causa lo sviluppo di malattie, tuttavia può irritare le vie respiratorie e rappresentare un inquinamento da cattivi odori
  • La perdita totale può essere al massimo del 25%
  • Il superamento del valore limite di esposizione professionale può essere al massimo di 4 volte superiore

Le maschere respiratorie della classe di protezione FFP1 sono adatte per ambienti di lavoro nei quali non si prevedono polveri e aerosol tossici o fibrogeni. Queste filtrano almeno l’80% delle particelle che si trovano nell’aria fino a dimensioni di 0,6 μm e possono essere utilizzate quando il valore limite di esposizione occupazionale non viene superato di oltre 4 volte. Nel settore edile o nell’industria alimentare, le maschere respiratorie della classe FFP1 sono quasi sempre sufficienti.

Maschere FFP1 uvex
Maschere FFP1 nell’uvex Respiratory Expert System

FFP2

  • Protezione da polveri, fumo e aerosol solidi e liquidi dannosi per la salute
  • Le particelle possono essere fibrogene, vale a dire che a breve termine causano l’irritazione delle vie respiratorie e a lungo termine comportano una riduzione dell’elasticità del tessuto polmonare
  • La perdita totale può essere al massimo del 11%
  • Il superamento del valore limite di esposizione professionale può essere al massimo di 10 volte superiore

Le maschere respiratorie della classe di protezione FFP2 sono adatte per ambienti di lavoro nei quali l’aria respirabile contiene sostanze dannose per la salute e in grado di causare alterazioni genetiche. Queste devono catturare almeno il 94% delle particelle che si trovano nell’aria fino a dimensioni di 0,6 μm e possono essere utilizzate quando il valore limite di esposizione occupazionale raggiunge al massimo una concentrazione 10 volte superiore. Le maschere respiratorie della classe di protezione FFP2 vengono utilizzate ad esempio nell’industria metallurgica o nell’industria mineraria. Qui i lavoratori vengono a contatto con aerosol, nebbie e fumi, che a lungo termine causano lo sviluppo di malattie respiratorie come il cancro ai polmoni e che aumentano in modo massiccio il rischio di patologie secondarie come una tubercolosi polmonare attiva. Inoltre, le nostre maschere proteggono dall’inquinamento da odori sul luogo di lavoro grazie all’innovativo sistema filtrante uvex con strato di carbone attivo

Maschere FFP2 uvex
Maschere FFP2 nell’uvex Respiratory Expert System

FFP3

    • Protezione da polveri, fumo e aerosol solidi e liquidi tossici e dannosi per la salute
    • Questa classe di protezione filtra le sostanze nocive cancerogene e radioattive e i microrganismi patogeni come virus, batteri e funghi
    • La perdita totale può essere al massimo del 5%
    • Il superamento del valore limite di esposizione professionale può essere al massimo di 30 volte superiore

    Le maschere respiratorie della classe di protezione FFP3 offrono la massima protezione possibile dall’inquinamento dell’aria respirabile. Con una perdita totale del 5% max. e una protezione necessaria pari almeno al 99% dalle particelle con dimensioni fino a 0,6 μm, sono inoltre in grado di filtrare particelle tossiche, cancerogene e radioattive. Queste maschere respiratorie possono essere utilizzate in ambienti di lavoro nei quali il valore limite di esposizione occupazionale viene superato fino a 30 volte il valore specifico del settore. Queste sono utilizzate ad esempio nell’industria chimica.

    Maschere FFP3 uvex
    Maschere FFP3 nell’uvex Respiratory Expert System

Maschera N95

 

Maschera N95

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Maschera N95
Una maschera N95 o un respiratore N95 è un respiratore con filtro antiparticolato che soddisfa lo standard N95 del en:National Institute for Occupational Safety and Health valutazione di filtrazione dell’aria, nel senso che filtra almeno il 95% delle particelle sospese nell’aria, mentre non è resistente all’olio come il P95. È il respiratore per facciale con filtro antiparticolato più comune[1]. Questo tipo di respiratore protegge dai particolati, ma non dai gas o dai vapori [2].

I respiratori N95 sono considerati funzionalmente equivalenti a determinati respiratori regolati da giurisdizioni non statunitensi, come i respiratori FFP2 dell’Unione Europea e i respiratori KN95 della Cina. Tuttavia, vengono utilizzati criteri leggermente diversi per certificarne le prestazioni, come l’efficienza del filtro, l’agente di prova e la portata e la caduta di pressione consentita.[3][4]

La maschera N95 richiede una sottile rete di fibre sintetiche polimeriche, nota anche come “tessuto non tessuto” in polipropilene[5], che viene prodotto attraverso un processo altamente specializzato chiamato “fusione a fusione”, che forma lo strato di filtrazione interno e che filtra le particelle pericolose. [6]

Uso

Infografica su tre fattori chiave richiesti per un respiratore per essere efficace.

Guida in lingua inglese per l’esecuzione di un controllo del sigillo da parte dell’utente, necessario ogni volta che si mette un respiratore.
Negli Stati Uniti, l’ente denominato Sicurezza sul Lavoro e Amministrazione della Salute richiede agli operatori sanitari che sono tenuti a svolgere le attività dei pazienti con persone sospettate o confermate di essere infette da COVID-19 per indossare protezioni respiratorie, come un respiratore N95. A differenza di un respiratore, una maschera chirurgica non ha una chiusura ermetica e quindi non protegge chi la indossa da particelle sospese nell’aria come materiale virale.[7]

Il test di adattamento è un componente fondamentale di un programma di protezione delle vie respiratorie ogni volta che i lavoratori utilizzano respiratori attillati. L’OSHA richiede un test di adattamento iniziale del respiratore per identificare il modello, lo stile e le dimensioni corretti del respiratore per ciascun lavoratore, nonché test di adattamento annuali. Inoltre, i respiratori a tenuta stagna, inclusi gli N95, richiedono un controllo del sigillo da parte dell’utente ogni volta che lo si indossa.[7]

Utilizzare durante la carenza
In gravi condizioni di epidemia in cui le forniture di respiratore sono fortemente limitate, i lavoratori dovrebbero lavorare con il proprio datore di lavoro per scegliere il respiratore più adatto poiché, anche senza test di adattamento, un respiratore fornirà una protezione migliore rispetto a una maschera chirurgica o nessuna maschera. In questo caso, le migliori pratiche includono provare diversi modelli o dimensioni per ottenere un buon sigillo facciale, controllare i video di formazione del produttore e la letteratura sulla corretta vestizione e levata, fare un controllo del sigillo utente più volte e controllare l’adattamento in uno specchio o chiedere a un collega per assicurarsi che il respiratore tocchi il viso.[7]

Durante le situazioni di crisi in cui vi è una carenza di respiratori N95, come la Pandemia di COVID-19 del 2019-2020, i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC) hanno raccomandato strategie per ottimizzarne l’uso in ambito sanitario.[4] I respiratori N95 possono essere utilizzati oltre la loro durata di conservazione designata dal produttore, sebbene componenti come le cinghie e il materiale del ponte nasale possano degradare, il che può influire sulla qualità della calzata e della tenuta, rendendo particolarmente importante che l’utilizzatore esegua il controllo della tenuta previsto.[4][8] I respiratori possono essere utilizzati secondo gli standard utilizzati in altri paesi simili ai respiratori N95 approvati da NIOSH, inclusi i respiratori FFP2 e FFP3 regolati dall’Unione Europea.[4] I respiratori N95 possono essere riutilizzati un numero limitato di volte dopo essere stati rimossi, purché non siano stati utilizzati durante le procedure di generazione di aerosol e non siano contaminati con i fluidi corporei dei pazienti, sebbene il loro riutilizzo aumenti il rischio di contaminazione superficiale con agenti patogeni. Il produttore del respiratore può raccomandare un numero massimo di donings o usi; se non è disponibile alcuna guida del produttore, i dati preliminari suggeriscono di limitare a cinque usi per dispositivo per garantire un margine di sicurezza adeguato.[4][9]

Quando non è più possibile per tutti gli operatori sanitari indossare respiratori N95 quando si prendono cura di un paziente COVID-19, i respiratori dovrebbero avere la priorità per i lavoratori che eseguono procedure di generazione di aerosol su persone sintomatiche e quelle entro un metro da una persona sintomatica non mascherata. In queste condizioni, il mascheramento di pazienti sintomatici con maschera chirurgica e il mantenimento della distanza dal paziente sono particolarmente importanti per ridurre il rischio di trasmissione. Quando non viene lasciato alcun respiratore, i lavoratori a rischio più elevato di malattia grave possono essere esclusi dalla cura dei pazienti e i lavoratori che si sono ripresi clinicamente da COVID-19 possono preferire l’assistenza ai pazienti. Le ventole portatili con Filtri HEPA possono anche essere utilizzate per aumentare la ventilazione nelle stanze di isolamento quando vengono utilizzate maschere chirurgiche al posto dei respiratori. Se non sono disponibili né respiratori né maschere chirurgiche, come ultima risorsa, potrebbe essere necessario per gli operatori sanitari utilizzare maschere che non sono mai state valutate o approvate da NIOSH o maschere fatte in casa, come maschere in tessuto, sebbene si dovrebbe usare cautela quando si considera questo opzione.[4]

Dato che la fornitura globale di Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) è insufficiente durante la pandemia, l’Organizzazione mondiale della sanità raccomanda di ridurre al minimo la necessità di DPI attraverso la telemedicina, barriere fisiche come finestre trasparenti, consentendo solo a coloro che sono coinvolti nelle cure dirette di entrare in una stanza con un paziente COVID-19, utilizzando solo i DPI necessari per il compito specifico, continuando a utilizzare lo stesso respiratore senza rimuoverlo mentre si prende cura di più pazienti con la stessa diagnosi, monitorando e coordinando la catena di approvvigionamento dei DPI e scoraggiando l’uso di maschere per individui asintomatici.[10]

Sono stati compiuti sforzi per valutare i metodi di pulizia dei respiratori in caso di carenza di emergenza, anche se si teme che ciò possa ridurre le prestazioni del filtro o influire sull’adattamento della maschera deformando la maschera.[11][12][13] I ricercatori della Università Duke hanno pubblicato un metodo per pulire i respiratori N95 senza danneggiarli usando il perossido di idrogeno vaporizzato per consentire il riutilizzo per un numero limitato di volte.[14][15][16] NIOSH raccomanda che durante le carenze i respiratori N95 possano essere utilizzati fino a cinque volte senza pulirli, purché non vengano eseguite procedure di generazione di aerosol e i respiratori non siano contaminati dai fluidi corporei dei pazienti. La contaminazione può essere ridotta indossando una visiera lavabile sopra un respiratore N95, nonché usando guanti puliti quando si indossano e si controllano i sigilli di un respiratore N95 usato e si eliminano i guanti immediatamente dopo.[9]

Contrasto con maschera chirurgica
A table listing the attributes of surgical masks and N95 respirators in eight categories
Un’infografica sulla differenza tra maschere chirurgiche e Maschere N95.
Una maschera chirurgica è un dispositivo usa e getta allentato che crea una barriera fisica tra la bocca e il naso di chi lo indossa e potenziali contaminanti nell’ambiente immediato. Se indossata correttamente, una maschera chirurgica serve a bloccare goccioline, schizzi, spruzzi o schizzi di particelle di grandi dimensioni che possono contenere virus e batteri. Le maschere chirurgiche possono anche aiutare a ridurre l’esposizione della saliva e delle secrezioni respiratorie di chi la indossa ad altri.[17]

Una maschera chirurgica, di progettazione, non filtra o blocca particelle molto piccole nell’aria che possono essere trasmesse da tosse, starnuti o determinate procedure mediche. Le maschere chirurgiche non forniscono inoltre una protezione completa da germi e altri contaminanti a causa della perfetta aderenza tra la superficie della maschera facciale e il viso.[17] L’efficienza di raccolta dei filtri per maschere chirurgiche può variare da meno del 10% a quasi il 90% per maschere di produttori diversi se misurata utilizzando i parametri di prova per la certificazione NIOSH. Tuttavia, uno studio ha scoperto che anche per le maschere chirurgiche con “buoni” filtri, l’80-100% dei soggetti ha fallito un test di adattamento qualitativo accettato dall’OSHA e un test quantitativo ha mostrato una perdita del 12-25%.[18]

I Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie raccomandano maschere chirurgiche nelle procedure in cui può verificarsi una generazione di aerosol da parte di chi lo indossa, se piccoli aerosol possono produrre una malattia per il paziente.[19] Il CDC raccomanda l’uso di respiratori con almeno la certificazione N95 per proteggere chi lo indossa dall’inalazione di particelle infettive tra cui Mycobacterium tuberculosis, influenza aviaria, sindrome respiratoria acuta grave (SARS), influenza pandemica ed Ebola.[20]

Storia
Negli anni ’70, Bureau of Mines e NIOSH svilupparono standard per i respiratori monouso e il primo respiratore N95 fu sviluppato da 3M e approvato nel 1972.[21] Sebbene progettati per uso industriale, negli anni ’90 furono sempre più utilizzati in ambito sanitario.[21]

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